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Oggi, due anni fa

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Oggi, due anni fa, ero ancora in attesa. Anche se nelle ultime ore non era stata propriamente ‘dolce’ come attesa. gravidanza a termine

Non lo avevo ancora mai visto, ma in fondo già lo conoscevo già bene: Federico!

Ricordo quella giornata come fosse ieri…. la rottura delle acque durante la notte, gli sms alla mia amica ostetrica Martina, l’eccitazione che non mi ha permesso quasi di chiudere occhio tanto era la voglia di conoscerlo, il viaggio in ospedale  insieme a Davide e ad Ale. Non so chi fosse più eletrizzato dei tre.

papà e mamma bis in ospedale

Poi la prima visita, il morale che è sceso scoprendo che nonostante la rottura del sacco fosse ancora tutto fermo. Ma la voglia di ridere, il sapere che, comunque, c’eravamo quasi, di li a poco l’avremmo potuto guardare negli occhi, annusare, accarezzare, baciare ci ha permesso di regalarci sorrisi, battute e qualche ultimo scatto con la macchina fotografica che ovviamente ci ha accompagnato fino in sala parto.

mamma in sala partoE poi tutta l’emozione per Ale che sarebbe diventato un fratellone, la paura che potesse sentirsi meno importante per noi e la voglia e la curiosità di diventare una famiglia nuova, di crescere insieme…

Ma più di tutto ricordo la mia forza e la mia caparbietà venire meno in un colpo solo. I movimenti di Fede che non mi davano tregua nemmeno tra una contrazione e l’altra. La voglia di mollare, di cedere alle mie debolezze e alla mia paura di non riuscire a farcela.

mamma col pancione in sala parto

La stanchezza era tanta, ma d’altronde, capa tosta come sono, sapevo che avrei potuto e dovuto riposarmi prima di affrontare questa esperienza. Perchè durante il parto tutto è naturale, è magico, è fisiologico…. ma tante sono anche le paure, le insicurezze soprattutto con un parto come quello di Ale alle spalle. Insomma, l’energia in quei momenti era indispensabile e io avevo esaurito le scorte.

Ma qualcun altro invece ha raccolto tutta la sua per offrirmela: Davide. Proprio lui che solitamente si agita più di me in situazioni come questa, che si fa prendere dal panico se non addirittura da mancamenti!!! E invece non mi ha abbandonata se non per prendersi una pausa, alle 22, dopo un’estenuante giornata!

‘Supplico Davide di aiutarmi, di insistere perché mi tolgano subito Federico dalla pancia. Lui sa quanto tenessi ad un parto naturale, quanto ho lottato per poter avere quel che volevo, per trovare l’ospedale giusto. Gli dico che mi dispiace ma che non ce la faccio proprio più. Piango. Piange anche Davide che non sa che fare, combattuto nel vedermi soffrire ma consapevole del fatto che avrei potuto farcela.’

davide e francesca equazioni.org

Foto scattata da Ale qualche giorno prima della nascita di Fede

E’ vero come ha scritto Davide nel suo racconto del parto che gli uomini in sala parto posson fare ben poco, ma senza di lui non credo avrei potuto farcela. O meglio, in qualche modo ce l’avrei fatta per forza, ovvio, ma sicuramente non così. Durante quel giorno l’ho sentito davvero vicino, sapevo che era con me e non solo fisicamente. Insomma in qualche modo riusciva davvero ad alleviare, se non le mie sofferenze fisiche, il peso e la stanchezza che mi portavo addosso. Sapevo che non mi avrebbe abbandonata per un solo istante, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per me, per supportare le mie scelte, anche se cambiate all’ultimo minuto! Ma sapevo anche che sarebbe riuscito a convincermi a fare la scelta giusta, come poi è stato. Nei suoi occhi ho trovato la forza per prendermi del tempo e per provarci, per provare a mettere al mondo nostro figlio.

nascita del secondo figlioMa mentre scrivo è ancora presto. Due anni fa avevo ancora davanti una lunghissima giornata prima di poter diventare nuovamente mamma!
E oggi – sarà forse un caso? – il quasi duenne Federico non mi si è ancora staccato di dosso nemmeno un secondo…!


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